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HENGE: LA CAPACITA' ALCHEMICA DI TRASFORMARE LA MATERIA

Ricerca materica, design contemporaneo, artigianalità. In queste tre parole è inscritto il progetto Henge, azienda giovane ma già portavoce del made in Italy nel mondo.

materials Gennaio 2023
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Nel fondare Henge Paolo Tormena, esploratore di materiali e lavorazioni rare, e Massimo Castagna, architetto e direttore artistico del brand, decidono di dare forma a una realtà produttiva capace di esprimere i contenuti d’eccellenza del saper fare italiano. Il nome del brand è ispirato a Stonehenge, antichissimo sito archeologico che testimonia l’atavico rapporto tra uomo e materia. E proprio la materia è l’assoluta protagonista di Henge: una materia vera, autentica e brutale, esasperata dal punto di vista espressivo. Metalli, legno, pietre e vetro: Henge seleziona materiali eccezionali provenienti da ogni parte del mondo. Materiali unici nel loro genere, scelti perché hanno una storia da raccontare.

Come la Breccia Medicea dell’Acqua Santa, una pietra con cui i Medici facevano realizzare le acquasantiere nelle chiese e ritrovata in una piccola cava in Toscana. O il legno Olive Swamp del 421d.C. dalla bellezza millenaria. O ancora Forest Fusion, che non è esattamente una radica ma la parte di albero tra radice e tronco che normalmente è considerata uno scarto e la cui lavorazione, quasi dimenticata, è stata recuperata da Henge per vari prodotti della collezione.

WOOD – FOREST FUSION

La controparte della materia è sempre, nel design di Henge, la lavorazione artigianale. Un saper fare particolare, spesso dimenticato o caduto in disuso. «Abbiamo la fortuna – afferma Castagna – di possedere un patrimonio di artigiani di altissimo livello, in grado di produrre lavorazioni molto specifiche. Nelle loro botteghe si trovano cose pazzesche che l’industria, per sua natura, non può utilizzare. Una capacità quasi alchemica di trasformare la materia».

Henge si appoggia su una rete di laboratori del territorio. Il suo segreto è inseguire la memoria di tecniche e lavorazioni ormai scomparse e rintracciare l’ultimo artigiano ancora capace di eseguirle: un recupero che non è mai solo tecnico ma anche culturale.

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Da questa filosofia nascono arredi che sono molto più di un mobile, compagni di viaggio con cui costruire rapporti intimi e personali, oggetti che rispecchiano un’idea del bello destinati a durare nel tempo.

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